Tre valsesiani scampati
alla tragedia del monte Manaslu, in Nepal. Silvio “Gnaro”
Mondinelli, Marco Confortola e Christian Gobbi sono tra gli alpinisti
che sono usciti illesi dalla slavina che si è abbattuta, nelle prime
ore di domenica 23 settembre, il campo base tre, posto a oltre settemila metri di
altitudine, ultima tappa prima di raggiungere la cima della vetta.
La
massa di neve si è staccata all'alba dalla zona che sovrastava
l'area in cui si era accampato il gruppo, composto da numerosi
stranieri: sherpa e scalatori dormivano nelle tende e sono stati
travolti dalla valanga. «Si
contano nove morti – ha dicharato Mondinelli -; uno dei miei compagni ed io non siamo stati
soccorsi, ma siamo riusciti a scendere da soli. Un nostro amico è
invece stato recuperato oggi (lunedì 24 settembre) da un elicottero».
Le
ricerche dei dispersi – se ne contano almeno tre -, sono proseguite
nelle ore successive alla tragedia: i soccorsi sono stati rallentati
dalle nubi e della nebbia presenti in quota e domenica sono stati
addirittura sospesi a causa del peggioramento delle condizioni
atmosferiche. Tra i morti c'è anche un alpinista italiano, oltre a quattro Francesi, uno Spagnolo, un
Nepalese e un Tedesco.
Mondinelli
e gli altri sopravvissuti sono stati portati a Katmandu dove hanno
dovuto adempiere alla procedure burocratiche previste dal Governo
nepalese in questi casi.
Il
monte Manaslu è una delle cime dell'Himalaya che supera gli ottomila
metri ed è tra quelle considerate più pericolose a livello
alpinistico.
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